COMUNICATO PIRATA – In Italia fare un figlio costa troppo

Al di là della solita retorica dei giovani che non vogliono fare sacrifici (sic!), che in un Paese dove sia elettoralmente che demograficamente le età più avanzate hanno una forte predominanza (di conseguenza, anche le politiche di welfare sono sbilanciate), dovremmo chiederci se fare un figlio non sia più economicamente molto sostenibile.

Secondo un articolo recente di TPI[1], che riporta i risultati della ricerca dello YuWa Population Research Institute, l’Italia è il terzo paese al mondo dove crescere un figlio costa di più. Davanti a noi, solo Corea del Sud e Cina.

Come rileva anche l’autore dell’articolo, “se si incrociano questi numeri con quelli relativi al tasso di natalità dei vari Paesi si ha la conferma che, in media, più i costi da sostenere sono alti e meno figli si fanno”, a cui probabilmente si uniscono, per l’Italia, stipendi medi tra i più bassi di tutta l’Unione Europea, a fronte di un costo della vita in costante aumento anche a causa della forte inflazione degli ultimi due anni.

Secondo una ricerca di Findomestic del 2023, riportata dalla fondazione Amici dei Bambini[2], “le famiglie spendono mediamente 462 euro al mese per ogni figlio che abita in famiglia, con una crescita del 15% rispetto al 2022. Le spese più elevate riguardano l’abbigliamento (113 euro), le spese scolastiche (97 euro) e gli alimentari (86 euro). Seguono i viaggi (54 euro), i trasporti (42 euro) e la salute (40 euro)“.

Anche i dati sulla scarsa natalità italiana sono confermati anche da OpenPolis[3], che rileva come l’Italia sia ultima in EU per nascite (dati 2022) e che questa tendenza rischia di portare al collasso realtà previdenziali come l’INPS e quindi rendere la pensione di anzianità un miraggio anche per l’attuale categoria di lavoratori.

Da qualche anno si rincorrono articoli che prevedono una forte crisi del sistema previdenziale nazionale nel prossimo futuro. Secondo MF[4], infatti, “già oggi a fronte di 23 milioni di lavoratori si pagano in Italia circa 23 milioni di pensioni” ma, come è facile immaginare, non è un equilibrio sostenibile, soprattutto con l’invecchiamento strutturale della popolazione.

E’ pertanto evidente che la questione natalità investe TUTTA la società, pensionati inclusi, e che sono necessarie e urgenti riforme serie al sistema previdenziale e di welfare sociale per favorire le giovani generazioni, anche e soprattutto alleggerendo il peso economico che un figlio porta con sé (e che certo non può venire assorbito dal misero “assegno unico” che mensilmente versa l’INPS alle famiglie con minori).

Ahoy!

Siena Pirata

[1] www.tpi.it/cronaca/quanto-costa-crescere-un-figlio-in-italia-202403061087918/
[2] www.aibi.it/ita/quanto-costa-mantenere-figlio-italia-indagine/
[3] www.openpolis.it/numeri/italia-ultima-in-ue-per-tasso-di-natalita/
[4] www.milanofinanza.it/news/pensioni-inps-verso-il-collasso-202305051900388789